domenica 8 luglio 2012






Il 15 luglio la mia dolcissima Chicca avrebbe compiuto 16 anni... 

Mi manchi tanto mio caro angelo peloso!

mercoledì 8 febbraio 2012

lunedì 30 gennaio 2012

Nuvola e la tartaruga


La mia gatta Nuvola al suo primo incontro con una tartaruga.
Con il suo carattere socievole le è andata incontro dandole il benvenuto con una annusatina...

mercoledì 25 gennaio 2012

Chicca e il pesciolino rosso

   

A volte gli animali ci riservano delle insolite ed inspiegabili sorprese. 
Una notte, mentre dormivo, accadde infatti, che fui svegliata da un miagolio, un richiamo quasi umano, della mia gatta Chicca. Allarmata mi alzai  e vidi che annusava sul pavimento il mio pesciolino rosso che era saltato fuori dalla sua vaschetta. Lo raccolsi credendo che ormai fosse lì in fin di vita e invece, una volta rimesso in acqua, riprese a muoversi miracolosamente e questo grazie alla mia gatta che anziché mangiarselo in un sol boccone è riuscita a salvarlo avvertendomi… 
Un altro episodio simile accadde qualche mese prima. Al mio rientro in casa trovai il mio pesciolino rosso che dalla sua vaschetta si era tuffato direttamente nella ciotola dell’acqua delle mie gatte. Non credetti  ai miei occhi. Era lì, indenne da ogni assalto felino. Poteva essere finito in pasto alle mie gatte e invece era ancora lì che nuotava tranquillo nella loro ciotola... Sto iniziando a credere che non solo i gatti hanno sette vite.
Considerata la realtà quotidiana poco piacevole non ci rimane che consolarci con gli animali  per ricevere finalmente qualche bella notizia….




sabato 21 gennaio 2012

Nuvola


Ecco la mia gatta in versione diva. Confesso che non è stato per niente facile scattarle questa foto... Non riesco nemmeno a mettergli un collarino figuriamoci! E poi vuoi mettere la difficoltà per metterla in posa? Quando è il momento di scattarle una foto è sempre in movimento... Per me quindi è una grande soddisfazione essere riuscita a realizzare questa foto.

martedì 17 gennaio 2012

domenica 15 gennaio 2012

Aforisma




"Il gatto è l'amico dell'inconscio. La rappresentazione di tutto ciò cui abbiamo rinunciato"

Stanislao Nievo


mercoledì 11 gennaio 2012

AFORISMA


Questi piccoli bricconi in pelliccia sono in verità pozzi molto profondi in cui si gettano tutte le proprie emozioni.

Bruce Schimmel



lunedì 9 gennaio 2012

Gatti e Trasloco

Utili consigli su come rendere indolore ai nostri gatti il cambiamento di casa.




Territoriali o “padronali”? Come sappiamo i gatti amano e vivono profondamente la propria casa. Si dice che i gatti siano più territoriali che “padronali”, cioè che siano più attaccati ai luoghi piuttosto che alle persone. Abbiamo però imparato che le teorie restano tali e che i gatti sono soggetti tutti diversi tra loro, ognuno con la propria peculiarità e vissuto. Per i gatti particolarmente sensibili il minimo cambiamento (mobili nuovi, disposizione diversa, ecc) può essere fonte di stress, figuriamoci quando cambiamo proprio casa, quartiere e città. Per accompagnarli nel miglior modo possibile in questo grande cambiamento, possiamo attuare degli utili accorgimenti e soprattutto dobbiamo prestare particolare attenzione ai mici che hanno e avranno la possibilità di uscire: capita infatti che, se lasciati uscire troppo presto dalla nuova abitazione, ritentino il ritorno alla vecchia dimora col rischio di perdersi e venire investiti. Per i gatti il trasloco è sempre un evento traumatico: il trambusto dell’impacchettare gli oggetti, il trasloco effettivo con tanta gente per casa, rumori molesti di trapani e martelli, la nuova abitazione magari con un nuovo mobilio e con cambiamenti delle dinamiche quotidiane, sono tutte cose che possono destabilizzare le loro certezze. Per rendere la cosa il più vivibile possibile ecco alcuni utili consigli. Preparazione e trasloco Di norma si comincia in anticipo a svuotare armadi e riempire scatoloni. In questa fase, se il gatto accusa disagi, si possono utilizzare con buon successo i fiori di Bach (ad esempio il rescue o una composizione di fiori apposita che si può richiedere in farmacia, presso alcuni veterinari e consulenti-> anche presso il GAR!) e il Feliway acquistabile dal veterinario. La cosa migliore che si può fare in vista del giorno del trasloco fisico, è liberare completamente una stanza da mobili e suppellettili e tenere lì i gatti evitando così il continuo via vai di gente (che spesso lascia le porte aperte!!) in modo che il o i mici possano rimanere tranquilli e indisturbati assieme alla loro cuccia, ciotole, cassetta e giochini. Chiudete a chiave la porta e mettetevi la chiave in tasca, così sarete certi che nessuno entrerà nemmeno per sbaglio ed eviterete il rischio di incidenti e fughe. Potete andare a fargli ogni tanto una carezza e a parlargli dolcemente perché si tranquillizzino. Ora potete fare il trasloco in tutta tranquillità, i viaggi, montaggio dei mobili e tutto il resto senza avere preoccupazioni di sorta. Finito il trasloco é i momento di far conoscere ai nostri mici la nuova casa. Quando tutti se ne saranno andati via e ci sarà calma e pace, è il momento di spostare i gatti nella nuova casa! Ci sono mici che escono subito dal trasportino e vanno in esplorazione, altri invece rimangono attoniti e non ne vogliono sapere di uscire o si vanno a nascondere. Qui sta a voi valutare secondo le caratteristiche del gatto, se spingere o lasciare il tempo perché prendano coraggio. Può essere utile anche tenerlo qualche ora in una stanza chiusa, con pochi stimoli esterni e tante coccole e magari qualche leccornia, in modo che si tranquillizzi e poi pian pianino fargli scoprire per intero la nuova casa. I gatti che escono all’esterno. La nuova casa rappresenta un nuovo territorio di esplorazione, nuovi odori, nuovi rumori a cui abituarsi, nuovi panorami da osservare e nuovi luoghi da trovare dove riposare e stare di vedetta. Per ora queste saranno le attività dei nostri gatti in casa: prendere possesso della nuova dimora. Ma per i gatti che escono bisogna stare particolarmente attenti e non avere troppa fretta.

 Fonte: centroanimalista

Poesia

Gatto


Stai lì.
Estatico
Ti fissa Rapito Stupito.
Piccola e maestosa piramide
(chissà cosa pensi, mia creatura)
Poi, d'un tratto,
si alza sornione flessuoso
perduto in altri pensieri.
Mio grande amore
(chissà se lo sai)
Ti amo e ti interrogo
luce della solitudine del mio spirito.
Al mio gatto, a tutti i gatti

Barbara Simoncini

domenica 8 gennaio 2012

CURIOSITA'

I gatti Siamesi hanno salvato la principessa del Siam dai coccodrilli?  


I gatti siamesi, hanno, in genere, una coda lunga ed affusolata. Ne esiste però una variante con la coda molto più corta, che termina con un ingrossamento che sembra quasi un “nodo”. A tal proposito esiste una leggenda. Il re viveva in un magnifico palazzo di fronte al quale c’era un grande parco ed una piscina che comunicava, con uno stretto passaggio, con un fiume, popolato da coccodrilli, che scorreva nei pressi. Il re amava molto i gatti e ne accoglieva un gran numero nella sua residenza. Aveva anche una giovane figlia, luce dei suoi occhi. Un giorno, dovendo allontanarsi e preoccupato per la principessa, chiamò i gatti, raccomandò loro di vegliare e prendersi cura della fanciulla in sua assenza e partì. Faceva molto caldo e la principessa decise di ristorarsi con un bagno in piscina. Senonché, mentre lei sguazzava con un certo numero di gatti di guardia attorno al bordo, un famelico coccodrillo imboccò il passaggio che portava dal fiume alla piscina per farsi un sol boccone della fanciulla. Allora, i gatti si precipitarono sulle sponde del passaggio e, agitando le loro code nell’acqua, distrassero il coccodrillo dando alla principessina il tempo necessario per mettersi in salvo. Però, nel frattempo, il rettile aveva già mozzato le loro appendici caudali con un solo morso. Da quel momento, secondo questa leggenda, i gatti siamesi si dividono in due famiglie: quelli con la coda lunga, che erano rimasti nel Palazzo, sono i gatti “del tempio” e quelli che avevano sacrificato le loro code per salvare la principessa sono i “gatti della piscina”.

I gatti piangono la morte di un compagno?


I gatti piangono la morte di un compagno?


Nel 1995 ho fatto un'indagine relativa al cambiamento di comportamento nei gatti anziani. Era impossibile non toccare il concetto di lutto felino. 
Molti dei 1236 padroni intervistati, insieme ai questionari compilati, mandarono lettere di accompagnamento che furono ottime fonti di informazione. Il maggiore numero di lettere alla morte di un gatto amico. Quasi la metà dei felini presi in esame era sopravvissuto a un altro e il 60% di essi mostrava una qualche reazione visibile alla perdita. A esserne particolarmente interessati sembravano i siamesi, i burmesi e i birmani. Quasi tutte le reazioni riportate parlavano di ricerche e chiamate. Alcuni dissero che i loro gatti erano diventati più affettuosi ed esigenti: altri che il gatto sopravvissuto era migliorato moltissimo e sembrava più contento dopo la perdita dell'altro.
Non credo che questo "lutto" sia un comportamento esclusivo dell'età anziana. Esempi simili sono stati riportati su gatti più giovani. L'età assume una certa rilevanza sui due gatti che hanno trascorso molto tempo insieme, perché le abitudini e la mancanza di cambiamento sembrano essere più apprezzati con l'avanzare degli anni. La perdita di un amico di vecchia data crea profondi di cambiamenti familiari, uomini tristi, variazioni di abitudini e l'assenza di una parte della famiglia, probabilmente alla base dei miagolii strazianti mirati a far tornare le cose alla normalità. A volte l'introduzione di un gattino riesce a frenare il comportamento abnorme occupando la mente con un nuovo interesse. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: padroni che raccontavano di come il gatto superstite fosse "rifiorito" alla morte dell'altro. Sembra che l'oppressione passiva tra gatti diventi evidente solo quando il gatto dominante non c'è più.
Se il vostro gatto ha perso il compagno e sembra addolorato, allora è importante mantenere nei limiti del possibile le normali abitudini. Non preoccupatevi se per un paio di giorni non mangia; in genere l'appetito ritorna abbastanza velocemente. A un gatto che ha perso il compagno si può dare qualche goccia di Honeysuckle, sempre previa autorizzazione del veterinario.
Prima di correre a comprare un altro gattino che "sostituisca" quello morto probabilmente vale la pena aspettare di vedere le reazioni del gatto superstite. 
Se avessimo perso il partner ci farebbe davvero piacere che ci portassero in casa, anche con le migliori intenzioni, un estraneo per sostituirlo? 
Se il gatto soffre per quel compagno particolare, forse è meglio permettere alla cosa di evolvere naturalmente e aspettare che il tempo guarisca le ferite. Se, al contrario, il gatto "rinasce", saprete di aver preso la giusta decisione. Nel caso continui ad aggirarsi per casa come un'anima in pena allora potreste provare ad affiancargli un gattino.

Fonte: "Cat Detective" di Vicky Halls


martedì 3 gennaio 2012

Storia della Befana e del Gatto randagio


Una vecchina con le scarpe rotte ed un cappellaccio in testa viveva tutta sola in mezzo al bosco nella sua casetta accogliente fatta tutta di legno. La sua vita scorreva tranquilla in quei luoghi beati. Ogni mattina, la vecchina si lavava il viso con l’acqua della sorgente e faceva colazione con un’enorme tazza di latte caldo caldo appena munto, e così satolla andava a lavorare come sempre nei boschi. Al tramonto, la vecchina rientrava in casa portando con se la legna per accendere il fuoco, e stanca del suo lavoro duro si levava dai piedi le sue scarpe malconce e addormentava davanti al caminetto sgranocchiando dei saporiti biscottini fatti con le sue manine esperte. Contenta e soddisfatta della sua esistenza, la vecchina solitaria credeva di non aver bisogno di niente e di nessuno, ma in realtà nessun essere vivente può vivere per sempre in solitudine, e ben presto anche lei ne avrebbe avuto prova. Poco più tardi, infatti, accadde un fatto assai curioso: durante una notte buia e tempestosa, mentre la contadina poltriva al calduccio davanti al caminetto, sentì dei lamenti provenire dall’uscio della sua casina. Incurante di quello che avveniva, la vecchia scorbutica continuò a dormicchiare senza nemmeno spostarsi. Lercio e infreddolito, bagnato fradicio e affamato, giaceva tramortito un povero gatto randagio che non aveva più nemmeno la forza di miagolare. Persa ogni speranza di trovare un rifugio sicuro, non avendo ricevuto alcun aiuto dalla vecchina insensibile, il povero animale trovò riparo sotto un albero vicino alla casa di legno, e per poco non morì di stenti in quella notte terribile. Ma i gatti si sa, hanno ben nove vite, ed il gatto randagio superò le avversità pur soffrendo atrocemente. L’indomani mattina le nuvole erano sparite ed il sole era già alto, e la vecchina, come al solito, già beveva il suo buon latte prima di andare a lavorare con il suo cappellaccio in testa. Così, per cominciare le faccende, prese la scaletta per pulire il comignolo e si apprestava a salire in cima al tetto della sua casetta. Il povero gatto ancora molto debole osservava quella creatura cocciuta ed insensibile, ed arrabbiato ripensava alla sua triste esperienza. La vecchina era già arrivata sul tetto quando sentì un piccolissimo verso dalla punta del suo cappello. Capì ben presto di non essere sola lassù, e terrorizzata al solo pensiero vide che un minuscolo topino era sul tetto prima di lei. Cominciò ad urlare a squarciagola perché la sua paura dei topi era paralizzante. Il topino sembrava divertirsi come un matto, perché un esserino come lui riusciva a sgomentare una vecchia forte e ben nutrita come la scorbutica vecchina. Anche il gatto, che incuriosito da quelle urla si era già arrampicato sull’albero, si gustava quella scena bizzarra, ma alla fine aguzzò l’ingegno. Con un salto felino si lanciò sul tetto e prese il topo con una sola zampata, e guardando dritto negli occhi la vecchia le fece giurare che gli avrebbe dato un posto caldo ed un po’ di latte in cambio dello sterminio di tutti i topi della zona. La vecchina con il cappellaccio sempre in testa , fu costretta ad accettare, e perfino a chiedere scusa al gatto per non averlo soccorso durante la notte. Col tempo i due diventarono amici, ed il vecchio cuore della contadina ormai indurito dalla solitudine si intenerì con le fusa del suo nuovo compagno. Insieme stavano davanti al camino, e il gatto mangiava le briciole dei biscotti della contadina, e così si addormentavano soddisfatti. Quando arrivò Natale, i due compagni decisero di fare qualcosa di bello per i bambini del villaggio, che come il gatto, potevano aver bisogno di un gesto affettuoso. Così, oltre agli squisiti biscotti, la vecchina preparò tantissime leccornie, e non avendo modo di confezionare i pacchetti, infilò quelle prelibatezze nelle calze che aveva cucito lei stessa. Così, anno dopo anno, la vecchina, che tutto il mondo chiama Befana, chiude il periodo natalizio con i suoi dolci e, il gatto, suo grande amico, le fa compagnia per tutto l’anno. (Racconto di Rossana Costantino)